Ritorna la rubrica con la quale “L’Opinione delle Libertà” vuole dare voce e spazio ai volti noti e meno noti della letteratura italiana. Questa settimana vi consigliamo “Cuori fanatici” di Edoardo Albinati (Rizzoli). Albinati è nato a Roma nel 1956. Lavora come insegnante nel carcere di Rebibbia. Tra i suoi libri Maggio selvaggio, Orti di guerra, 19, Sintassi italiana, Svenimenti, Tuttalpiù muoio (scritto con Filippo Timi), Vita e morte di un ingegnere. Nel 2016 ha vinto il Premio Strega con La scuola cattolica.

La Storia

A Roma si definisce “fanatica” quella persona esagerata in ogni sua manifestazione. I dodici capitoli di “Cuori fanatici” di Albinati affrontano le più variegate declinazioni del termine, in un mosaico di sentimenti, azioni e rapporti umani che non vuole restituire alcuna immagine d'insieme, ma piuttosto lasciar brillare ogni tassello di luce propria. Amore e ragione - sottotitolo del libro - sfida il lettore a ricercare l'equilibrio in quell'eterna dicotomia di cui è da sempre vittima l'essere umano, ma senza alcuna garanzia di riuscita. Il sentiero che si snoda tra le pagine non è facile da percorrere, fatto di deviazioni narrative che possono disorientare qualora se ne ricerchi l'unitarietà, ma che al contempo forniscono indicazioni temporali e spaziali ben precisi. Lo sfondo è quello della Roma degli anni Ottanta ed il perno attorno a cui si muove l'azione sono Nanni e Nico, i due protagonisti, che come il tronco massiccio di una quercia, danno vita ad una fitta serie di ramificazioni, fatta di personaggi, storie ed intrecci umani completamente diversi tra loro. Risulta così facile riconoscersi in questa o quella situazione ed affezionarsi alle vicende narrate, ma senza soffermarsi troppo, così da lasciare spazio ad una nuova esistenza da scoprire.

“La vita è più forte della salvezza stessa, non ne sente affatto il bisogno, la reclama solo a parole”. Tutti i cuori sono fanatici. Quelli che ci racconta Edoardo Albinati hanno tra i venti e i trent’anni, e sono posseduti da una smania inesauribile: di capire, di essere se stessi eppure diversi, di proteggersi e bruciare. Vogliono poter desiderare senza limiti. Intorno all’amicizia tra Nanni e Nico – il nucleo centrale del romanzo – si ramificano le vicende di una folla di personaggi: studenti pigri, bambine insonni, nonne dispotiche, supplenti dalle trecce bionde, maghi e terroristi, ragazze alla pari e deejay. A legarli sono sempre le parole, usate per sedurre e punire: Cuori fanatici è dunque un talk-novel, romanzo di parole lanciate addosso e strappate di nascosto, di ragionamenti sofisticati o brutali, di chiacchierate assurde e litigi sussurrati”.
Edoardo Albinati muove abilmente le fila delle storie narrate, fornendo alla struttura narrativa dei solidi pilastri, capaci di sorreggere tutti gli elementi senza cadere nella trappola della disgregazione. Il lettore è infatti fornito di tutte le bussole necessarie per potersi orientare senza problemi in questo affascinante sentiero umano, costellato di “domande, ragionamenti, richieste di aiuto, deliri sentimentali, seduzioni, sogni e ricatti”, come affermato da Albinati.

“Cuori fanatici. Amore e ragione” è un’opera corale senza un approdo stabilito, che si riflette nell'animo di chi legge creando delle cromìe ogni volta diverse e cangianti.

 

Aggiornato il 01 marzo 2019 alle ore 18:43