“Luce” su Monica Vitti

“A me piace essere popolare, popolare nel senso semplice”.

Così si definiva in un’intervista Maria Luisa Ceciarelli, in arte Monica Vitti, una della attrici predilette del cinema italiano. Per rendere omaggio alla sua lunga e variegata carriera, l’Istituto Luce Cinecittà ha organizzato una mostra, “La Dolce Vitti”, dove è possibile ammirare il percorso e la crescita professionale dell’attrice che da anni ormai vive lontana dai riflettori.

Sin dall’inizio del percorso, si viene letteralmente accolti da “veli” fotografici raffiguranti il volto della dolce rivoluzionaria. Magnetica, intrigante, drammatica, profonda e soprattutto eternamente affascinante. Ecco alcune delle caratteristiche di una delle donne più stimate del cinema italiano e mondiale che non si è mai definita bella, ma che con i suoi profondi occhi verdi ha sempre conquistato tutti. Era la Musa e compagna di vita del regista Michelangelo Antonioni, è diventata la Regina della Commedia all’italiana e ancora oggi è considerata un’icona storica dello spettacolo. Dal doppiaggio ai ruoli drammatici, passando per le commedie sono tantissimi i ruoli che ha interpretato. Molto amata dal pubblico e dai tanti registi che hanno lavorato con lei, la sua versatilità artistica le ha permesso di interpretare personaggi indimenticabili, come ad esempio Assunta Patanè nel film “La ragazza con la pistola” di Mario Monicelli che le valse il Nastro d’Argento come migliore attrice protagonista.

Una voce particolare la sua, che il medico dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico di Roma definì granulosa, ma che divenne il suo marchio di fabbrica e le permise di differenziarsi dalle altre attrici, entrando nel cuore del pubblico cinematografico e televisivo. Il racconto della mostra è cronologico e diviso in capitoli: si parte dagli anni dell’Accademia, il teatro e il doppiaggio dove viene scoperta da Michelangelo Antonioni e si prosegue con i film della commedia all’italiana, senza dimenticare le prove da autrice e regista per poi finire con la televisione negli ultimi anni della sua carriera.

Nel corso del tempo, la Vitti ha lavorato con tantissimi mostri sacri dello spettacolo, da Gassman a Ugo Tognazzi, da Marcello Mastroianni a Nino Manfredi e sono tante le fotografie che li ritraggono insieme. Ma è con Alberto Sordi che ha avuto il sodalizio più lungo e fruttuoso. Da “Amore mio aiutami” a “Polvere di Stelle”, sono indimenticabili i loro duetti cinematografici.

L’esposizione è ricca di foto rare provenienti da archivi pubblici e privati, di installazioni audio e video, di filmati dell’epoca, di testimonianze di artisti che hanno lavorato con lei. Un omaggio a 360 gradi quello dell’Istituto Luce Cinecittà che permette al visitatore di rivivere un’Italia che non esiste più, quando il cinema era considerato sacro e gli attori erano veri divi.

La mostra, curata di Nevio De Pascalis, Marco Dionisi e Stefano Stefanutto Rosa, è allestita a Roma fino al 10 giugno (salvo possibile proroga) al Teatro dei Dioscuri al Quirinale (via Piacenza, 1). L’ingresso è gratuito (apertura: da martedì a domenica, ore 10-18; telefono: 06/86981921).

Aggiornato il 18 giugno 2018 alle ore 13:35