Giudizio Universale: una tempesta di musiche e colori

Era il 1508 quando Papa Giulio II chiese allo scultore fiorentino Michelangelo Buonarroti di trasformare la Cappella Sistina in “una goccia di bellezza”. La richiesta gettò l’artista in un profondo tormento essendo egli uno scultore e non un pittore. E proprio per raccontare la genesi della Cappella più visitata del mondo, Marco Balich, l’uomo ideatore delle cerimonie olimpiche di Torino 2006 e Rio 2016 nonché dell’Albero della Vita all’Expo di Milano, ha ideato lo spettacolo “Giudizio Universale. Michelangelo and the Secrets of the Sistine Chapel”, in scena all’Auditorium Conciliazione di Roma.

Difficile definirlo un musical o un documentario, e sarebbe riduttivo farlo perché all’interno di questo spettacolo vivono tantissime discipline artistiche come il ballo e lo spettacolo teatrale. Si tratta di uno show totale dove la tecnologia incontra e sposa l’arte. Dove lo spettatore è letteralmente avvolto dalla scenografia e dalle musiche. Metà della sala infatti è stata ricoperta, dalle pareti al soffitto, da un telo per le proiezioni a 270 gradi. Balich si è poi avvalso della collaborazione di due artisti di fama internazionale: Sting, che per l'occasione canta in latino, e Pierfrancesco Favino che presta la sua voce, intesa e calda, per dare vita ai tormenti del giovane Buonarroti.

Il sipario si apre con la presentazione del protagonista Michelangelo, intento a dare forma ad un blocco di marmo per trasformarlo nella famosa statua del David che conosciamo. Subito dopo gli viene commissionato un lavoro immenso: dipingere la volta della Cappella Sistina, conosciuta in tutto il mondo per essere il luogo nel quale si tengono il conclave e altre cerimonie ufficiali dei Papi. L’artista ha impegnato quattro lunghissimi anni per rendere immortale una Cappella che all’epoca di Papa Sisto IV della Rovere che la fece costruire, era considerata già vecchia e malandata. E trent’anni dopo quell’impresa, Michelangelo torna a Roma per terminare definitivamente l’opera, dipingendo “il Giudizio Universale”.

Per sessanta minuti il pubblico viene travolto dal gioco di colori, luci ed effetti sonori in una sorta di viaggio multisensoriale emotivo e suggestivo. Ma proprio questo arco temporale così breve rischia di far perdere di vista il lato storico dello show. È difficile spiegare in così poco tempo il lavoro di anni, e più che dal racconto lo spettatore viene rapito dalla visione e dalla ricchezza degli elementi, dove le immagini tridimensionali del Vaticano vengono accompagnate dal profumo reale dell’incenso che avvolge la sala. La scelta artistica di Balich di prediligere la forma sulla sostanza potrebbe far storcere il naso al pubblico più colto e critico. Ma per un’ora abbondante si è immersi in un clima magico e spettacolare, e quindi si può benissimo perdonare all’ideatore questa piccola défaillance storica.

Lo show è programmato per un anno intero nella versione in italiano e in inglese, e punta a diventare un punto di riferimento culturale per i milioni di turisti che ogni giorno visitano Roma.

(*) Per informazioni: Auditorium Conciliazione

Aggiornato il 18 giugno 2018 alle ore 13:39