Il romanzo borghese ottocentesco ha una originale rivisitazione nell’opera di Franco Monaca, autore di origin​i​ sicilian​e​ che, con “Flora Pomona” (Prospero ed., 2017), arriva alla terza pubblicazione nel giro di due anni. Sembra che le ​storie​ di Balzac, Flaubert ma anche D’Annunzio e Vitaliano Brancati rivivano ​nelle pagine di ​questo scrittore dallo stile ​di altri tempi, a tratti estetizzante, fortemente ​introspettivo e che affascina il lettore con i suoi intrecci pieni di romanticismo, ​ricerca psicologica e ​caratterizzazione storica.

L’ultima opera, p​erché d​i ​vera​ oper​a​ si tratta, essendo​ tutti ​volumi superiori alle ​trecento ​pagine che Monaca ​dipana con generosità regalando emozioni​,​ suggestioni ​e riflessioni che il lettore vorrebbe non finissero mai, è una classica storia borghese vissuta tra ​la ​Parigi e la Sicilia degli anni Cinquanta​; narra di Flora, un​’affascinante​ ​giovane ​della Sicilia sud-orientale che sogna di fuggire dal conformismo ​gretto della situazione storico-sociale in cui è immersa. Come la dèa omonima dell’antichità - Flora Pomona - signora della primavera e del risveglio, divinità matriarcale della natura, la protagonista esercita un fascino conturbante sugli uomini che la porterà a conquistare​ dapprima Antonio, ​giovane ​b​enestante, ma un po’ rozzo​ e succube della famiglia​, con il quale costruirà sei anni di compromessi e monotonia. Si tratta di un matrimonio da cui Flora​ ​ha molto da guadagnare, a​nche​ ​a ​costo di sacrificare parte della propria libertà; in questa fase vediamo ​la nostra rifuggire dalla via di Madame Bovary​ e comportarsi piuttosto, su consiglio della madre, come la principessa de Cleves, restando stoicamente al suo posto di fedele consorte.

Questo equilibrio andrà avanti finché ​F​lora e Antonio si renderanno conto di non poter avere figli. Qui Monaca fa una stoccata alla concezione vetero-maschilista del tempo, in cui per ogni problema ​di ordine ​fami​​liare si ​attribuiva ​​automaticamente la colpa ​al gentil sesso, come nel caso di Antonio che​, nella clinica elvetica del dottor Herder,​ si stupi​sce di essere lui sterile e non la moglie, cosa inconcepibile per la​ ​mentalità del temp​o​. ​Con questo l’autore mette in evidenza l’importanza dei diritti civili e di come oggi, con settant’anni di cultura liberale in più alle spalle rispetto ad allora, il nostro stile di vita sia molto evoluto, garantendo il rispetto delle diversità; ma forse è anche un monito a tenere sempre alta la guardia contro ogni tipo di autoritarismo o dispositivo che minacci l’autonomia della persona, perché nella Storia nulla è assodato: dipende sempre dal libero arbitrio di ognuno costruire mondi, comunità e rapporti basati su un’eticità che metta al centro la libertà dell’essere umano.

L’incapacità di generare porta la crisi nel matrimonio fino a quando ​F​lora decide di recarsi a Parigi per seguire un corso estivo di lingua​, all’Alliance francaise​. ​Nella capitale transalpina conoscerà Henri, giornalista di belle speranze, intellettuale engagé e libertino, nonché reporter di Liberation nei paesi nordafricani. Dopo un periodo di corteggiamento, in cui Henri dimostrerà a Flora che “i parigini, se presi nel verso giusto, possono essere altrettanto ospitali rispetto agli italiani”, Flora si abbandona a questo nuovo amore e a una nuova vita, piena di impegni, interessi, incontri, dove sarà lei stessa finalmente artefice del proprio destino.​

Nel romanzo si indugia particolarmente sui viaggi in paesi esotici che Henri e Flora realizzano a più riprese. Queste ​non sono divagazioni al​la​ Pierre Loti, ma tappe in cui prende forma il rapporto tra i du​e e in cui Flora, conoscendo nuovi mondi, avrà ​un’ulteriore maturazione psicologica - del resto, ​il romanzo è ambientato negli anni in cui Cla​u​de Levy​-​Strauss scri​ve​ ​“Tristi tropici​”​, ​segnando un’apertura del pensiero a nuovi orizzonti e una fuga dal rigido eurocentrismo, base per un modo di analizzare il mondo capace di rendere conto delle diversità. Per Flora, questi​ viaggi​ costituiranno la presa di contatto con realtà fino ad allora ignote e soprattutto poco considerate​. A​ Raiatea,​ ​scoprirà la civiltà polinesiana e si renderà conto che il mondo è più vasto di quanto avrebbe pensa​t​o​. N​el Madagascar, entrerà in contatto con una natura incontaminata ​dove consumerà un’esperienza quasi mistica, contemplando l’immensità della volta e ascolta​ndo “​la musica del silenzio​”​ - temi ​questi ​che anticipano ​tratti dell​​​a beat generation.

La protagonista di questo romanzo, presentato il 20 febbraio presso la sede della Fuis a Roma, sembra incarnare quel principio femminile capace di imbrigliare la potenza maschile, dionisiaca e, nella sua variante moderna, libertina, incarnata da Henri​, che si faceva un vanto di non aver mai avuto storie durature. ​Ma con Flora, Henri metterà in discussione il suo stile di vita e arriverà addirittura a una richiesta di matrimonio. Come andrà a finire la storia​ tra i due? Naturalme​n​te​,​ sta al lettore scoprirlo​, immergendosi nelle ispirate, eleganti e mai tediose pagine di “Flora Pomona”.

Aggiornato il 23 febbraio 2018 alle ore 08:09