“EroStudente”, libro che fa discutere

“Cambiare rotta è possibile. È fattibile. È necessario”. È forse partendo da questo semplice monito che un libro può dirsi aperto, intendo aprirsi davvero e mettere in conto anche critiche, osservazioni, finanche bocciature. L’importante è che le sue pagine sappiano parlare all’altro, al lettore, alle nostre diversità. Discutiamone.

La discussione che è oggi in atto nel mondo della scuola e dell’università trova così un altro testo di cui alimentarsi e grazie a cui discutere sulle trasformazioni in corso e sui necessari cambiamenti. Mi riferisco al libro “EroStudente, il desiderio di prendere il largo” di Giovanni Lo Storto (Rubbettino editore, 113 pagine, 13 euro, con una post-fazione di Jean-Paul Fitoussi).

Un titolo che mette subito l’amore (Eros nel significato originario) come presupposto e fine ultimo del cammino di apprendimento e di conoscenza, oltre che sale della vita e della didattica. Perché è lì che si instaura il rapporto tra professori e studenti.

Insomma, la scuola è vita e non può sottrarsi all’incontro con l’altro, con gli altri. Perché l’uomo è un animale sociale, socievole. Ecco il punto: l’alterità come viaggio nella conoscenza di se stessi. Ed è proprio l’alterità il connotato intorno a cui gira tutto il libro. È in tal senso, sembra suggerire l’autore, che può finalmente trovare un significato, ad esempio, l’alternanza scuola/lavoro, altrimenti essa rischia di trasformarsi in un tempo “stretto”,  sottratto alla vita della scuola e alle sue varie fasi di apprendimento. Se la scuola è vita, sembra sostenere Giovanni Lo Storto, allora - come nella vita - anche il mondo del lavoro può entrare nel percorso didattico, ma come ulteriore bagaglio di esperienza e di conoscenza nella crescita di ogni singolo studente e può servire per prepararlo meglio alla vita, per arricchire il suo percorso formativo. 

“Siamo una società che osserva sempre meno”, sottolinea quindi l’autore e prosegue: “È necessario mantenere vivo l’allenamento a osservare la bellezza e l’umanità attorno a noi”. Ecco, dunque, che un testo dedicato all’istruzione e alla formazione diventa un libro quasi rivoluzionario, in cui si invita a trasformare l’universo scolastico secondo altri visioni, anzi: secondo visioni altre. Una sorta di rivoluzione copernicana: “In un mondo che corre tanto...”, sottolinea Lo Storto, che è direttore generale dell’Università Luiss Guido Carli, “l’accelerazione non sempre porta a migliori risultati”, anzi. Crolla così il mito della velocità e i tempi ritrovano il loro ritmo naturale, culturale, largo, che viene prima di qualunque efficienza. Largo alla discussione.

Aggiornato il 31 luglio 2017 alle ore 11:26