La sfida di Musk:  collegare cervello e pc

Dove c’è un progetto ambizioso, c’è Elon Musk.

Il sudafricano naturalizzato statunitense, già cofondatore di PayPal e della società no-profit OpenAl, non sembra voler porre freno alle sue mire espansionistiche. Dopo aver proposto la realizzazione di Hyperloop, treno in grado di viaggiare a 1200 km/h, creato la Space Exploration Technologies Corporation (SpaceX), di cui è amministratore delegato e Cto e con cui lavora per concretizzare lo sbarco su Marte, l’imprenditore - ai più in realtà conosciuto per essere il Ceo di Tesla Motors, azienda automobilistica specializzata nella realizzazione di mezzi elettrici - avrebbe infatti messo in piedi l’ennesima azienda rivoluzionaria.

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, la nuova creatura di Musk, che dallo scorso dicembre occupa la 21esima posizione nella Lista delle persone più potenti del mondo secondo Forbes, si chiama Neuralink Corp. e servirà a sviluppare una tecnologia in grado di connettere cervello umano e computer tramite l’uso di piccoli elettrodi.

La startup, che salvo smentite dovrebbe essere interamente finanziata dal visionario quarantacinquenne, potrebbe già contare su tre figure di spicco: Philip Sabes, professore di psicologia all’Università della California a San Francisco (Ucsf), specializzato nello studio dei modelli di controllo del movimento del cervello, Timothy Gardner, dell’ateneo di Boston e Vanessa Tolosa, ingegnere presso il Lawrence Livermore National Laboratory.

L’obiettivo fondamentale del gruppo dovrebbe essere quello di sviluppare dispositivi da inserire nel cervello delle persone così da poter collegare direttamente l’intelligenza umana a quella artificiale e curare patologie neurodegenerative come il morbo di Parkinson, l’epilessia e la depressione, gestendo appunto tramite elettrodi l’attività elettrica del cervello.

Malgrado non abbia ancora rilasciato nessuna dichiarazione in merito, l’intenzione del fondatore di Tesla poteva essere già intuibile dalla parole spese qualche settimana fa in occasione di un summit a Dubai; “credo che col tempo vedremo una fusione sempre più stretta tra intelligenza biologica e intelligenza artificiale”, aveva infatti spiegato Musk, che avrebbe registrato la Neuralink come società di ricerca medica in California già lo scorso luglio. Chissà che il nuovo progetto, i cui frutti non si vedranno prima di 4-5 anni, non riuscirà davvero a migliorare le capacità degli esseri umani a tal punto da consentirci di competere anche con i robot.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:23