“Van Gogh Alive”, l’arte senza cornici

giovedì 30 marzo 2017


Vincent Van Gogh è stato certamente uno dei capisaldi dell’arte moderna, con le sue pennellate ampie e il suo stile unico e inconfondibile. L’artista olandese viene riproposto in una mostra che fuoriesce dagli standard classici. “Van Gogh Alive – The Experience” è infatti un percorso multisensoriale, multimediale e immersivo nella vita e nelle opere di Vincent Van Gogh.

Il percorso si focalizza sull’ultimo decennio del vissuto del pittore – nato a Zundert nel 1853 e morto suicida, a soli 37 anni, ad Auvers-sur-Oise nel 1890 – quello artisticamente più produttivo, trascorso tra i soggiorni a Parigi, Arles, Saint-Rémy e Auvers-sur-Oise.

Si tratta di un’esposizione senza quadri, nella quale le opere vengono proiettate su schermi e superfici, in immagini ora molto grandi ora più piccole, accompagnate da rilassanti musiche di sottofondo e frasi dell’artista che scorrono su pannelli neri. Il progetto è nato su input di una società australiana che ne ha fatto una mostra itinerante (che sta riscuotendo grande successo), che si adatta di volta in volta agli spazi espositivi che la ospitano. Giunta nella Capitale al Palazzo degli Esami di Trastevere lo scorso 25 ottobre, la mostra è stata recentemente prorogata fino al prossimo 23 aprile (a metà marzo annoverava oltre 130mila visitatori).

Nella sua veste capitolina, la mostra si compone di un primo spazio introduttivo fatto di pannelli e della ricostruzione in scala reale della camera da letto dell’artista ad Arles, soggetto di un suo celebre quadro. Il passaggio alla prima sala è accompagnato da un corridoio in cui sono proiettati il “Ramo di mandorlo in fiore” e la “Notte stellata”. Lo spazio è però troppo stretto e lo spettatore si trova schiacciato, troppo a ridosso delle immagini che risultano quindi pixelate. La prima sala offre schermi a 360 gradi dove scorrono i dipinti dell’artista, animati da effetti “speciali”. La seconda sala ha invece “schermi” più piccoli, su più livelli, con proiezioni anche sul pavimento che risultano di particolare appeal soprattutto agli occhi dei visitatori più piccoli.

In una zona della mostra si può inoltre assistere a lezioni video di disegni a mano libera e i più piccoli possono esercitarsi su apposite lavagne. Un esperimento interessante soprattutto per il suo carattere divulgativo e “leggero”, adatto a una fruizione ad ampio raggio e non soltanto per gli addetti ai lavori. La qualità delle immagini non è tuttavia sempre eccellente, come nel corridoio e nella prima sala dove talvolta i particolari appaiono sgranati.

Certamente fruibile da visitatori di ogni età ed estrazione, con la sua carrellata di circa 3mila immagini, “Van Gogh Alive” permette un’infarinatura su uno degli esponenti più importanti della storia dell’arte ma, come spesso accaduto, frutto di una riscoperta in buona sostanza postuma. Basti pensare che, nonostante i circa 900 dipinti e gli oltre 1000 disegni, Van Gogh in vita riuscì a vedere soltanto una delle sue opere.


di Elena D’Alessandri