Il jazz di Fabio Concato

Ammetto che avevo molta curiosità per il Fabio Concato in versione jazz con il trio di Paolo Di Sabatino. La cornice è stata quella del meraviglioso Teatro Flavio Vespasiano di Rieti, una “piccola Scala” l’ha definito il cantautore paragonandolo al regno meneghino della lirica: la perfetta acustica del teatro reatino ha fatto il resto, collaborando con Concato, Paolo Di Sabatino (piano), Marco Siniscalco (basso) e Glauco Di Sabatino (batteria) ad offrire un prodotto di altissimo livello agli spettatori che hanno riempito in ogni ordine di posto la sala.

Uno spettacolo di classe quello di Concato: certo, sul palco “minimalista” non c’erano scimmie che ballavano od ostentazione di tatuaggi, ma l’eleganza musicale del cantautore milanese non ne aveva certo bisogno. Da dietro un paio di occhiali scuri (indossati perché “le luci mi danno fastidio e non per vezzo”, ha tenuto a specificare il cantante), Fabio Concato ha offerto all’attento pubblico di Rieti i pezzi migliori del suo repertorio che hanno caratterizzato i suoi quarant’anni di carriera e che verranno raccolti - sempre con l’accompagnamento del trio di Di Sabatino - in un album la cui uscita è prevista a maggio.

Da segnalare (ma il giudizio è naturalmente soggettivo) una splendida versione del brano “Stazione Nord”, una “Domenica bestiale” riproposta in stile “Cosa sarà” del duo Dalla-De Gregori, e “Gigi”, canzone dedicata dall’artista al padre e per questo motivo la più amata dal cantautore milanese.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 15:31