“Crazy for Football”, terapia a base di calcio

giovedì 23 febbraio 2017


Un tema importante quello del nuovo documentario di Volfango De Biasi, “Crazy for Football”, un titolo frizzante che in realtà nasconde un problema serio, quello del disagio mentale. Basti pensare che un individuo su cento è affetto da forme di disagio gravi, mentre ben superiore è la percentuale di coloro che soffrono di forme “intermedie”. Ma il documentario del regista, classe ’72, arrivato alla notorietà grazie alle sue commedie – da “Come tu mi vuoi” a “Colpi di fulmine” e “Colpi di fortuna”, agli ultimi tre film di Natale “Un Natale stupefacente”, il pluripremiato “Natale col boss” e il recentissimo “Natale a Londra” – non è un documentario sulla malattia mentale ma, proprio come si intuisce dal titolo, un film sul calcio, ovvero su come il calcio può essere un antidoto al disagio; un calcio che riporta alla vita e che consente di superare l’esclusione sociale. Un calcio che sorprende quindi, e che commuove, potente ed emotivo, non quello dei top player, ma quello di ragazzi qualunque, degli istituti di igiene mentale. Matti dunque, ma per il pallone.

L’opera in 70 minuti racconta l’avventura della Nazionale italiana di calcio a 5 dei pazienti psichiatrici, messa su in fretta e furia e partita alla volta del Giappone per disputare il Mondiale! Un campionato dal quale questi ragazzi torneranno a casa con la medaglia di bronzo; un risultato eccellente, soprattutto per la carica che gli ha dato, per l’entusiasmo, per la coesione di battersi per una causa comune e importante. Presentato alla Festa del Cinema di Roma lo scorso ottobre, il film è giunto nei giorni scorsi in Senato, e il 24 verrà proiettato addirittura negli Usa, al Chinese Theatre di Los Angeles. Da oggi invece nelle sale italiane.

Il progetto ha radici lontane: nel 2004 De Biasi realizzò con “mezzi di fortuna” un primo documentario (scritto insieme a Francesco Trento), “Matti per il calcio”. Anche se qualitativamente povero fece il giro del mondo, raggiungendo anche il Giappone, dove tuttora persistono i manicomi. È così che una dottoressa nipponica è venuta in Italia a discutere con Santo Rullo (psichiatra ed ex calciatore) la chance di allestire un campionato mondiale per i malati psichiatrici. Ed è proprio così che ne è nato il film! Il progetto è stato realizzato grazie all’Istituto Luce, a Raicom e alla Roma Lazio Film Commission, ha ottenuto il patrocinio della Federazione Italiana Giuoco Calcio ed è stato selezionato nella cinquina dei David di Donatello.

Grande merito del regista è stato quello di porre sul piatto un tema difficile, doloroso, ma di raccontarlo in chiave pop, con la giusta leggerezza. Crazy for Football si pone come il racconto corale di una magia che chiede di appartenere a tutti ed essere condivisa, senza alcun pietismo e senza nessuna ipocrisia.


di Elena D’Alessandri