La vittoria filosofica di Francesco Gabbani

Per una volta al Festival di Sanremo ha vinto un brano che, pur nella sua semplicità canzonettistica, poneva alcuni problemi filosofici. Parlo ovviamente di “Occidentali’s Karma” di Francesco Gabbani.

Era dai tempi di “Gianna” di Rino Gaetano (Sanremo 1978) che non si vedeva una simile operazione semiologica. I significati e il significante.

I significati sono lo yoga, il buddhismo, la ohm, il panta rei, il Nirvana, il non essere, il sé, l’inconscio, la bestia. I significanti, e qui è la vera originalità dell’interpretazione, sono in primo luogo i simboli che compaiono nel videoclip, prima delle parole stesse. Ad esempio la scimmia, che è chiaramente l’inconscio oscuro di tutti noi. Mentre il Super-io potrebbe essere lo stesso karma occidentalis. Il karma, per citare un noto comico romano, non è altro che “la somma algebrica de li mortacci tua dalla preistoria a oggi”.

Poi c’è il ritornello: “Lezioni di Nirvana, c’è il Buddha in fila indiana”, che sembra fare riferimento al taoismo, cioè alla filosofia del nichilismo costruttivo. Il non pensiero come vera essenza del sé che porta la persona a vivere nell’eterno presente, piuttosto che in continua proiezione della coscienza nel passato come nostalgia o nel futuro come ansia di speranza. Infine la “scimmia nuda balla”, quando l’inconscio si può liberare senza provocare nevrosi, o peggio ancora, psicosi.

Poi la chiusa finale con la “ohm” effettivamente spiega e risolve una volta per sempre il “dubbio amletico” tra “essere o dover essere” che è nell’incipit del testo. Capito ora perché a Sanremo ha vinto uno fico?

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:24