“Ritratti di poesia”, l’undicesima edizione

La poesia appare oggi come un’espressione artistica caduta quasi nell’oblio, letta più da una élite che dall’uomo della strada. Eppure è da undici anni che a Roma si replica “Ritratti di poesia”, un evento di livello internazionale voluto dal professor Emmanuele Francesco Maria Emanuele, raffinato poeta nonché presidente della “Fondazione Terzo Pilastro - Italia e Mediterraneo”.

Quando nel 2006 fu presentata la prima edizione, molti l’accolsero con un certo scetticismo, e certamente in tanti non avrebbero scommesso sul suo futuro. Invece la manifestazione, coraggiosa e concepita con sapienza, è cresciuta di anno in anno, consolidandosi sempre più. Una kermesse poetica di questo genere non si vedeva dai tempi dell’”Estate Romana” di Renato Nicolini, con la differenza, però, che quelle realizzate dal professor Emanuele (dal 2006 ad oggi) vanno ben oltre il puro e semplice spettacolo. Ogni volta è un’autentica e piacevole sorpresa. Vedere dedicata un’intera giornata alla poesia rappresenta un fatto oggi piuttosto raro; sia perché nella formazione dell’uomo contemporaneo è scarsamente considerata un’educazione estetica a tutto tondo, sia perché la poesia viene recepita come poco utile alle esigenze contingenti in questo momento contraddistinto dalla crisi economica, sia perché infine si è tendenzialmente più propensi a dare più attenzione agli aspetti strettamente utilitaristici che segnano le difficoltà della vita quotidiana.

Anche l’undicesima edizione, che si è svolta a Roma lo scorso 3 febbraio nella Sala del Tempio di Adriano (Piazza di Pietra), ha avuto un notevole successo di pubblico e di critica, confermando la validità dell’idea di fondo di questo evento: dare alla poesia il suo spazio, almeno pari a quello di altre forme artistiche, attraverso il coinvolgimento di giovani poeti, la partecipazione di importanti poeti stranieri e l’inserimento di esempi di ricerca espressiva d’avanguardia con opere nate dalla contaminazione tra poesia ed altre espressioni artistiche. La giornata si è aperta con “Caro poeta”, uno spazio dedicato all’incontro tra studenti e autori del calibro di Franco Buffoni, Maria Grazia Calandrone, Claudio Damiani, Elio Pecora, Rosa Pierno e Luigia Sorrentino, che hanno risposto alle domande dei giovani. A seguire il “Poetry Slam”, competizione di poesia orale e performativa con il pubblico a fare da giuria: una modalità poetica nata negli Stati Uniti come poesia di strada al fine di ricondurre l’arte poetica ad una dimensione alla portata di tutti, più diffusa e popolare, con l’intento di ritrovare le suggestioni e i presupposti originari, radicati nella tradizione orale delle epoche più antiche della storia dell’umanità o in rare sopravvivenze di cultura orale presenti, ad esempio, in alcune popolazioni nomadi e negli eschimesi.

Momento veramente emozionante della giornata si è avuto con la performance di Francesco Benozzo, impegnato a rappresentare – accompagnato dal suono dell’arpa – una letteratura epica legata ad una visione geologica, mitologica e “fisicizzata” dei paesaggi. Di pari interesse è stato l’intervento del poeta Tiziano Fratus, ideatore del concetto di “Homo Radix”, derivato dal quel “minimalismo mistico” o “sacro” che consiste nella pratica quotidiana della meditazione in natura. A suscitare autentico pathos è stata la proiezione del cortometraggio “Mondi concentrici” di Francesco Verdinelli: una trasposizione in immagini, recitazione e musica di alcuni testi di poesie scritte dal professor Emmanuele Emanuele, rappresentate in opere pittoriche su carta dal maestro cinese Wang Huangsheng (direttore del Cafa Museum di Pechino).

Il pubblico si è poi entusiasmato per la “Phisycal poetry” di Erika Lemay, artista ed acrobata canadese di fama internazionale che esprime - in una convergenza tra acrobazia, danza e teatro - le sue poesie con il corpo. Entusiasmo anche per il progetto artistico “Liquefare l’immobile”, reso possibile dall’incontro tra la poesia del cinese Gu Cheng, la musica del compositore cinese Peng Yin e la pittura di Fernanda Mancini.

Nello spazio di “Penna in penna” si sono esibiti diversi poeti italiani (tra cui Alessandro Fo, Lucianna Argentino, Mario De Santis, Rossella Tempesta, Simone Di Biasio, Cinzia Marulli, Vittoria Fonseca) e nello spazio “Poesia sconfinata” i poeti stranieri Vénus Khoury-Ghata (Libano), G. Mend-Ooyo (Mongolia) e Sigurbjörg Þrastardóttir (Islanda).

I poeti premiati in questa undicesima edizione sono stati Giuseppe Conte, poeta di fama mondiale (invitato nel 1995 dall’Unesco a rappresentare l’Italia nel “World Institute for Opera and Poetry”) e noto per aver fondato il movimento del “Mitomodernismo” per l’ambito italiano e per quello internazionale il poeta coreano Ko Un, tre volte candidato per il premio Nobel per la Letteratura (nella foto insieme al professor Emanuele).

Aggiornato il 22 giugno 2017 alle ore 13:10