Quirino: si accendono le “Luci della ribalta”

La stagione del Teatro Quirino prosegue con una ricca programmazione: fino al 12 febbraio è in scena “Luci della ribalta”, adattamento teatrale di quello che è stato probabilmente il più famoso film del grande comico Charlot, Charlie Chaplin. Una sfida ardua quella che ha intrapreso Antonio Salines che, dopo trattative durate anni, ha ottenuto dalla famiglia Chaplin i diritti teatrali del film del 1952.

La storia è nota: nella Londra del 1914 un vecchio comico ormai in disgrazia, Calvero, salva la vita ad una giovane ballerina, Terry, che aveva tentato il suicidio con il gas non riuscendo più a ballare. La giovane soffre di febbri reumatiche e di una paralisi alle gambe frutto di un blocco psicologico. Calvero l’accoglie in casa e se ne prende cura con attenzione e affetto, permettendole, giorno dopo giorno, di "tornare alla vita", e a camminare. In realtà la loro unione è uno scambio reciproco: entrambi trovano nell’altro un sostegno, una scialuppa nei mari tormentati dell’esistenza. Terry sboccerà come un fiore in primavera, divenendo prima ballerina di un famoso teatro londinese e anche Calvero, dopo tante vicissitudini e altrettanti fallimenti, tornerà al successo. Questo legame porterà Terry ad innamorarsi di Calvero, così più vecchio di lei, di un amore tanto sincero che le cortesi avances di un musicista di cui pure era stata invaghita, non sortiranno alcun effetto.

Quello di Terry infatti è un amore puro, e non un sentimento nato dalla riconoscenza, anche se questi rapporti così anagraficamente distanti non smettono di destare infinite perplessità ancora oggi.

Il Calvero di Salines lascia gli spettatori senza fiato, tanto l’attore è ormai tutt’uno con il suo personaggio. Brava anche Terry, Marianella Bargilli, anche se in alcuni momenti non del tutto convincente. Un importante lavoro per la realizzazione dello spettacolo è stato fatto da Giuseppe Emiliani, il regista che ha curato la direzione in modo estremamente cinematografico, avvalendosi di doppi schermi retinati a tutta parete e un gioco complesso di luci e ombre, che cambiano continuamente la visuale dello spettatore tra interni ed esterni. L’adattamento teatrale, fedele e al contempo creativo, è di Eleonora Zacchi.

Decisamente più forte e commovente la prima parte, in cui il dolore dei due artisti in disgrazia traspare in maniera tagliente.

(*) Per info e biglietti: Teatro Quirino

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:24