Calcio: serve  la moviola e basta!

Parlando di calcio, più da osservatori che da tifosi, rileviamo come non passi una domenica senza assistere a qualche penosa esibizione di incapacità della classe arbitrale nostrana.

Bene, anzi male. Oggi il calcio non è più quello di venti/trenta anni fa, è una vera macchina economica potente e pervasiva intorno alla quale girano affari molto grandi. Sponsor, pubblicità, diritti televisivi e soprattutto quotazioni in Borsa fanno delle società di calcio attori di primo livello nell’economia del Paese. Per questa ragione, la possibilità che errori arbitrali, ingiustificati e ingiustificabili, possano viziare il campionato, penalizzare la capitalizzazione di Borsa, compromettere il valore di mercato di una squadra, devono essere eliminati e contrastati. Si dirà che sbagliare è umano ed è vero, ma in certi casi appare strano che solo gli arbitri in campo non vedano ciò che tutti gli altri hanno visto e che puntualmente la tecnologia conferma. Il problema però nasce dal fatto che usare la tecnologia per i commenti post partita non riabilita il risultato compromesso, in un senso e nell’altro. Oltretutto c’è la netta sensazione che, nel peggiore stile italiano, la categoria arbitrale si sia costituita in casta, intoccabile, incolpevole, inavvicinabile.

Insomma, una sorta di “quinto potere” che risponde poco o niente delle sue responsabilità rispetto alla gravità degli errori commessi. Va da sé, infatti, che uno o più sbagli durante una partita possano non solo falsare il risultato, ma peggio ancora aizzare il clima delle tifoserie già pericolosamente alto. Del resto è arcinoto che molte delle esagerazioni fra supporter siano state spesso provocate dalle decisioni “viziate” della classe arbitrale. Come se non bastasse, gli stessi giocatori in campo subiscono l’influenza di una condotta arbitrale che in alcuni casi sfiora l’inverosimile e ingenera nervosismi e reazioni.

Ecco perché non si capisce il motivo per cui la tecnologia, oggi avanzatissima, non possa una volta per tutte essere utilizzata durante e non dopo la partita. Non solo eviterebbe ingiustizie sportive, ma aiuterebbe e non poco a placare le esasperazioni dei tifosi sugli spalti e l’irrequietezza dei giocatori in campo. Per questo insistere nel non utilizzo dei sistemi elettronici di verifica, con scuse banali e ridicole, rappresenta un elemento di colpevole omissione, grave e oramai ingiustificata. Oltretutto lo sport è la terra della lealtà, almeno così dovrebbe essere, dunque tutto ciò che contribuisca a certificare la certezza del risultato dovrebbe essere il benvenuto. Qui non si tratta di accusare gli arbitri, che pure di colpe in certi casi ne hanno e grandi, ma di agevolarli nei casi più difficili e controversi, a vantaggio di tutti.

In buona sostanza non c’è ragione per ritardare l’utilizzo della moviola e di ogni altro strumento di ausilio tecnologico. Soprassedere ulteriormente darebbe non solo la sensazione di puzza di bruciato, ma la convinzione che intorno alla classe arbitrale possa tornare utile il mantenimento di un potere decisionale assoluto e incontrovertibile.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:32