La voce degli scrittori, La scelta del presidente

Ritorna la consueta rubrica con la quale “L’Opinione delle Libertà” dà voce e spazio ai nuovi volti della letteratura italiana. Questa settimana vi consigliamo “La scelta del presidente” di Sabino Labia (Stampa Alternativa). L’autore ha scritto tre libri. Con “Tumulti in Aula. Il Presidente sospende la seduta” ha raccontato la storia politica italiana attraverso le risse di Camera e Senato; con “Onorevoli. Le origini della Casta” ha dato una genesi ai privilegi dei politici. Da ultimo è arrivato “La scelta del Presidente. Cronache e retroscena dell'elezione del capo dello Stato da De Nicola a Napolitano”, un’indagine sugli intrighi dietro ogni elezione presidenziale.

La Storia

Un’opera didattica dal grande valore morale. Un percorso duro ma costruttivo, per poter trarre insegnamento dagli errori del passato. “Nella Prima Repubblica l’elezione del capo dello Stato è stata dominata dalle lotte fratricide interne alla Dc e dai rapporti tra il Pci e la famiglia socialista. Pressioni e veti che provocavano, più che l’elezione di un candidato, la sconfitta del prescelto. Nella Seconda Repubblica, con la fine dei partiti tradizionali, molto è dipeso dall’improvvisazione del momento, ferme restando le influenze esterne. Ma soprattutto ha assunto sempre maggiore rilevanza la variabile impazzita dei franchi tiratori. Da Einaudi a Napolitano bis, ogni bassezza è divenuta possibile: sotterfugi, tradimenti, imboscate e accordi sottobanco”. Tra le linee del tempo si celano dunque oscuri segreti, intrighi politici dai tratti spesso indecifrabili. Un viaggio alla scoperta dell’essenza del nostro Paese, per comprendere e approfondire e poter ripartire tutti insieme. Una serie infinita di aneddoti tanto curiosi quanto sorprendenti, relativi alle varie elezioni. Sabino Labia offre ai lettori i risultati delle sue meticolose ricerche, concedendo ad ognuno lo spunto per sviscerare le nostre impronte politiche.

La “Voce” dello Scrittore

“I protagonisti di questo libro paradossalmente non sono i capi di Stato ma i ‘franchi tiratori’, cioè i grandi elettori che, come cecchini, impallinavano il nemico di turno. Questo è avvenuto in quasi tutte le elezioni. In settant’anni di storia, loro hanno sempre vinto”.

Ricordiamo infine a tutti i lettori anche la pagina Facebook “La voce degli scrittori” e l’Applicazione ufficiale.

Aggiornato il 22 settembre 2017 alle ore 12:12