I dieci libri più belli del 2016

mercoledì 4 gennaio 2017


Anche nell’America che si prepara al fatidico trapasso tra l’Era di Barack Obama a quella di Donald Trump, il Natale e il fine anno rimangono tempi di consuntivi. Anche culturali. Tutti gli anni ne compie uno assai benemerito la prestigiosa “New York Times Book Review”. Così, anche per il 2016, nel numero appena uscito la NYTBR mette in copertina i dieci libri più belli all’interno della letteratura e della saggistica americana. Prima di elencarli e suggerirveli, non tanto nelle costose edizioni cartacee dei negozi specializzati in libri stranieri, quanto nelle molto più abbordabili edizioni digitali, va detto che gli americani - popolo bollato come incolto, ignorante e di radici incerte, recenti e grossolane dal sempiterno pregiudizio generale testardamente eurocentrico - dimostrano di essere dei lettori infaticabili. Di qualunque cosa. E infatti l’editoria non conosce crisi o quasi, giornali compresi. Ecco allora i titoli prescelti dalla rivista corredati dalle rispettive trame.

NARRATIVA

“The association of small bombs” (La congrega delle piccole bombe) di Karan Mahajan, edito da Viking Press.

La novella di Mahajan, finalista al “National Book Award”, viene definita “smart”, devastante e imprevedibile. Inizia con un attacco terrorista in Kashmire e poi con un altro in un mercato di Delhi. Poi si concentra sulla vita delle vittime colpite dai due attentati. Tra cui Deepa e Vikas Khurana, che hanno avuto i due giovani figli uccisi. Poi ci sta la figura di Mansoor, amico dei ragazzi colpiti, che paradossalmente inizia anche lui a flirtare con una nuova forma di terrorismo politico. La triste morale che si ricava è che da una bomba che colpisce indiscriminatamente, nulla si risolleva mai. Non l’umanità, non la politica e tanto meno la fede religiosa.

“The north water” (L’acqua del nord) di Ian McGuire, edito da Henry Holt and Company.

È la storia di un oppiomane che fa il chirurgo nel 19esimo secolo in Irlanda che si incontra con un vizioso psicopatico mentre entrambi sono a bordo di una baleniera diretta al Polo Nord. McGuire descrive la violenza con un misto tra Joseph Conrad e Cormac McCarthy.

“The underground railroad” (La ferrovia sotterranea) di Colson Whitehead, edito da Doubleday.

È la storia immaginaria di uno schiavo americano che scappa verso nord a bordo di un treno che viaggia in una ferrovia sotterranea. Tutto è simbolico e la trama ha a che vedere con il peccato originale della fondazione dell’America e con la maniera con cui la storia dei neri venga spesso riveduta e scorretta dall’ottica dei bianchi.

“The vegetarian” (Il vegetariano) di Han Kang, editore Hogarth.

È un libro tradotto in americano dal coreano e narra le vicissitudini anche turpi di una casalinga più che ordinaria la cui vita cambia quando si converte al veganismo. Una donna che nessuno notava e che adesso diventa sentina di ogni vizio e perversione.

“War and turpentine”(Guerra e acquaragia) di Stefan Hertmans, editore Pantheon Books.

Ispirato alle memorie ed ai taccuini del nonno dell’autore, un pittore che stava nell’esercito belga durante il Primo conflitto mondiale, Hertmans sembra rievocare le atmosfere di Remarque attraverso la lente di un artista visivo. Ripercorrendo gli anni di guerra del nonno e rivisitando i siti delle trincee, lo scrittore si cimenta in una saga tra arte, guerra, amore, memoria e morte.

SAGGI

“At the existentialist café” (Al caffè dell’esistenzialismo) di Sarah Bakewell, edito da Other Press.

Un viaggio tra le vite e le abitudini di Martin Heidegger, Maurice Merleau-Ponty, Simone de Beauvoir, Karl Jaspers, Albert Camus, Jean-Paul Sartre e un’altra mezza dozzina di filosofi e scrittori europei che segnarono l’epoca della corrente esistenzialista. Con il capolinea degli anni Trenta usato come discrimine per dividere coloro cui l’avventura andò bene e coloro i quali la trasformarono in disavventura. Un esempio di questa divisione da codice binario? De Beauvoir buono, Heidegger “no bbuono”.

“Dark money” (Soldi oscuri) di Jane Mayer, editore Doubleday.

È la vicenda di un’inchiesta giornalistica sui fratelli Charles e David Koch, due miliardari americani che poco prima dell’elezione di Barack Obama a presidente degli Usa decisero di finanziare un’oscura lobby di super ricchi americani per mettere un pesante condizionamento sul Partito Repubblicano. Con qualche concessione al complottismo può essere la storia segreta della successiva elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti.

“Evicted” (Sfrattato) di Matthew Desmond, editore Crown Publishing Group.

Desmond nel 2008 iniziò ad investigare tra i poveri che venivano sfrattati da casa in Milwaukee, ricavando storie, aneddoti e vicende di vita vissuta poi riversate in questo saggio giornalistico. All’epoca l’autore era un laureando in Sociologia e pensava di usare le storie di questa gente che spende l’80 per cento del proprio reddito per affitti di case indecorose per una sorta di tesi di laurea. Ne è invece venuto fuori questo libro che dimostra come lo “sfratto” sia spesso un evento che condiziona l’intera esistenza di una persona. Come una disgrazia o finire in galera.

“In the darkroom” (Nella stanza oscura) di Susan Faludi, editore Metropolitan Books e Henry Holt and Company.

È la storia del rapporto contrastato tra una figlia e un padre quasi schizofrenico, vittima ungherese dell’Olocausto e ammiratore allo stesso tempo di Leni Riefenstahl. Il rapporto esplode quando la donna scopre che il padre ha cambiato sesso nel 2004. L’autrice è una femminista e cerca di riconciliare la figura del padre patriarca Stephan una volta diventato Stephanie.

“The return” (Il ritorno) di Hisham Matar, editore Penguin Random House.

La tragedia vera narrata dal figlio di una vittima di Gheddafi. Il padre di Hisham Matar, Jaballa, fu rapito in esilio nel 1990 e di lui si perse ogni traccia. Nessuno seppe mai della sua morte. Il figlio, subito dopo la caduta del regime di Gheddafi, nella breve euforia che precedette la guerra civile tuttora in atto, fece un viaggio di ricognizione alla ricerca del genitore. Di cui però non trovò traccia alcuna. In compenso ne è venuto fuori un libro struggente di ricordi e memorie giovanili di un esiliato.


di Rocco Schiavone