Edward Hopper in mostra a Roma

Al Complesso Monumentale del Vittoriano – Ala Brasini, fino al 12 febbraio 2017 torna Edward Hopper, icona dell’arte americana del XX secolo. Già qualche anno fa vi fu nella Capitale una mostra dell’artista, molto amato dal grande pubblico. Quest’anno Arthemisia Group in collaborazione con il Whitney Museum of American Art di New York, ha organizzato e prodotto questa interessante retrospettiva, curata da Barbara Haskell in collaborazione con Luca Beatrice. Sotto l’egida dell’Istituto per la Storia del Risorgimento, con il patrocinio della Regione Lazio, in collaborazione con l’assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza capitolina ai Beni culturali di Roma Capitale.

Sono circa 60 i capolavori del pittore americano, realizzati tra il 1902 e il 1960, che il Whitney Museum ha dato in prestito per l’esposizione. La mostra è divisa in 6 sezioni nelle quali si trovano ritratti, paesaggi, disegni preparatori, incisioni, olii e acquerelli. Le prime sezioni illustrano le opere del periodo accademico e le opere parigine, tra le varie, Night Shadows (1921), Evening Wind (1921). Nella sezione dedicata ai disegni preparatori si ritrovano Study for Gas (1940), Study for Girlie Show (1941), Study for Summertime (1943), Study for Pennsylvania Coal Town (1947). Poi le vedute, come Light at Two Lights (1927), Small Town Station (1918-1920), Apartment Houses, East River (1930 circa), Second Story Sunlight (1960).

In questi dipinti immersi di luce, Hopper usa uno stile preciso e meticoloso fatto di linee pulite e semplici, di colori vividi, con ombre nette, tutti elementi che creano una forte suggestione. Edward Hopper era una persona schiva, lontana dalle scene del mondo dell’arte. La sua attività diviene popolare grazie ai suoi paesaggi, alle vedute urbane, alle scene di vita americana. Con la sua pittura realista egli definisce i tratti del mito americano, i quali si ritroveranno nel grande cinema. Nell’esposizione infatti vi è anche una sezione dedicata all’influenza di Hopper sul cinema; alcuni suoi elementi verranno ripresi da grandi registi come Hitchcock, Wenders, Lynch, Antonioni, Argento.

La mostra, ben curata e ottimamente allestita, presenta anche le immagini di donne, dipinti che raccontano la particolare poetica dell’artista. In ogni suo lavoro Hopper guarda la realtà con un particolare distacco rendendo i personaggi quasi lontani e inafferrabili, come nel magnifico Soir Bleu (1914). Nei suoi dipinti, egli rende palese un senso di solitudine e di desolazione, spesso i personaggi hanno uno sguardo vuoto e quasi inespressivo seppur carico di senso. Il visitatore forse non sarà in grado di cogliere le emozioni in quei volti ma nonostante ciò resterà sospeso nel loro sentimento inespresso.

Per informazioni, biglietti e prenotazioni è consultabile il sito del Vittoriano

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:25