Orhan Pamuk: Museo dell’Innocenza

Presentato in anteprima alla mostra del cinema di Venezia 2015, in sala in Italia soltanto il 7 e l’8 giugno, “Innocence of memories - Orhan Pamuk’s museum and Istanbul”, il documentario del regista inglese Grant Gee è un progetto filmico girato dentro e fuori al Museo dell’innocenza, voluto e realizzato dallo scrittore turco Orhan Pamuk, per raccontare uno spaccato della Istanbul contemporanea. Un progetto particolare ed affascinante. Tra cupole e minareti un museo che, nato dalle pagine di un romanzo, diventa simbolo identitario di una Turchia contemporanea, in faticoso equilibrio tra le glorie passate di epoca bizantina e le tensioni recenti di un governo autoritario e contraddittorio.

Il regista ci guida attraverso i vicoli di Istanbul, una città a suo modo magica, trait d’union tra Oriente e Occidente, attraverso il racconto di un amore impossibile e di un collezionismo ossessivo. Si parte dal Museo dell’Innocenza per poi aprire una panoramica più ampia alla città, raccontata con le parole stesse dell’autore, che peraltro compare nel documentario nel suo studio sul Bosforo.

Il titolo dell’opera audiovisiva è lo stesso di quello del romanzo del 2008, il primo dopo la vittoria del Premio Nobel per la Letteratura ottenuto nel 2006 con “Neve”. La storia qui raccontata è quella dell’amore di Kemal per la giovane Füsun.

Per placare il suo desiderio verso l’amata che non può avere, Kemal inizia a raccogliere, in modo quasi ossessivo, ogni oggetto che possa ricordargliela. Il primo di quella che diverrà una collezione sterminata (un museo di ben 3 piani espositivi) è proprio l’orecchino a forma di farfalla che Füsun perse la prima volta che fecero l’amore, definito da Kemal come “il momento più felice della sua vita”. Per riconquistare quell’attimo perduto, Kemal assembla, giorno dopo giorno, oggetto dopo oggetto, una collezione che ad occhi esterni non può che apparire come folle ed ossessiva. Divenuto ormai vecchio, Kemal chiede all’amico Pamuk di fare della sua collezione un museo, il Museo dell’Innocenza.

Lo scrittore turco fa dapprima di questa storia un romanzo che conquista i lettori di tutto il mondo e, successivamente, realizza il museo vero e proprio. Ma già alla fine della stesura del libro Pamuk pensa alla realizzazione del museo, tanto da chiedere l’inserimento di una piantina della città nelle ultime pagine del libro e un ingresso omaggio – da far timbrare all’ingresso del museo – per tutti quei lettori che volessero vedere realmente tutti quegli oggetti appartenuti all’amata Füsun. Mantenendo la promessa, 4 anni dopo il romanzo, Pamuk ha inaugurato il museo che tutt’oggi raccoglie lunghe file di fedeli lettori che si presentano all’ingresso con in mano una copia del romanzo (tradotto in oltre 60 lingue) per avere timbrato il biglietto omaggio.

Un progetto concreto subito inserito a pieno titolo negli itinerari della Istanbul culturale. Un luogo denso di fascino, frutto delle ceneri di un amore impossibile portato alla notorietà dall’abilità della penna di Pamuk. Un luogo che ha assunto concretezza grazie all’immaginazione di un grande autore, diventando un angolo cardine della città. Una storia misteriosa e intensa che meritava di essere raccontata.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:32