Desde Allá, un film duro ed essenziale

giovedì 24 settembre 2015


Torniamo a parlare del film vincitore della settantaduesima edizione del Festival Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia, Desde Allá, che abbiamo avuto modo di vedere grazie alle proiezioni dei film di Venezia e Locarno a Roma, lodevole iniziativa di una settimana organizzata da alcuni anni da Agis e Anec Lazio. Desde Allá (da lontano) mostra sin dai primi minuti la lunga esperienza documentaristica del regista Lorenzo Vigas. La narrazione, drammatica affronta temi difficili, ma mostra il tutto in una sequenza di immagini scevre di qualsiasi “commento”.

Nel film di Vigas c’è la descrizione, puntuale, di un Venezuela chiuso ed omofobo, ma non c’è giudizio. I dialoghi sono essenziali. Sullo sfondo una Caracas decadente e a tratti violenta. La narrazione è asciutta, a volte quasi piatta. Non c’è musica, neppure nei titoli di coda che scorrono silenziosi su uno sfondo bianco. La storia racconta di Armando, un uomo solo di mezza età. Non ha una famiglia né figli, solo una sorella che vede di tanto in tanto e un padre con il quale permane un odio profondo che ha radici che affondano in un inspiegato passato. Armando gestisce un laboratorio di protesi dentali, il che gli consente di avere buone disponibilità economiche grazie alle quali adesca e paga profumatamente adolescenti perché si spoglino nel suo appartamento mentre lui pratica autoerotismo.

Un giorno incontra Elder, un ragazzino che vive in una periferia di Caracas, cercando di “tirare avanti” tra lavoretti e piccoli furti. Il rapporto tra i due è controverso: Elder dapprima lo picchia, lo rifiuta e lo deruba, ma l’iniziale rigetto si tramuta poi in una forma di complicità e di amore. I due si incontrano, si scontrano, si fuggono ma poi si ritrovano. Il contesto è fortemente omofobo e chiuso e l’omosessualità è vista come qualcosa di inaccettabile. Scoperto della propria inclinazione, Elder viene cacciato dalla famiglia e allontanato dalla sua comunità, alla stregua di un appestato. È con Armando che Elder cerca di ricostruire la propria esistenza.

Ma il film, come la storia, è intriso di una atmosfera squallida e decadente in cui ai personaggi non è offerta la chance di migliorare la proprie vite. Non a caso anche Elder fallirà nell’intento, a causa di un “passo falso”. Il film chiude sullo sguardo di Armando che assiste impassibile alla scena in cui la polizia porta via Elder. La violenza fa parte della quotidianità, e quindi non stupisce. Eccellente l’interpretazione dei due attori principali: Alfredo Castro nei panni di Alfredo, e il giovane Luis Silva nel ruolo di Elder. E certamente interessante la scelta registica del fuori fuoco, che enfatizza il climax generale.

Desde Allá è un film difficile, a tratti riporta alla memoria addirittura Pasolini. Certamente non è una pellicola per il vasto pubblico, ma riteniamo sia un’opera interessante e meritevole per cinefili incalliti!


di Elena D’Alessandri