L’incursione artistica: il “Cubo” di Visalli

“Che fantastica storia è la vita!”. Questa è la prima cosa che mi viene da ripetere dopo aver incontrato Francesco Visalli, architetto (laurea a Los Angeles, tantissimi progetti realizzati nel mondo), pittore dell’estremo, delle forme surreali, che ci parlano dei resti di un’esplosione da supernova che tutto inonda nello spazio e nel tempo, brillando lontano dal suo cielo, anche per migliaia di anni luce! Lui, che scopre la pittura come estremo ancoraggio alla vita, quando tutto era apparecchiato, nella tavola imbandita della morte (la sua!), prima del gesto fatale. Perché, mi racconta, in quel momento “non ti saprei dire se qualcosa è entrato in me, oppure se n’è andata via da me!”. È la storia dei “Pensieri selvaggi”, da “niun pensati”, ma che penetrano e scuotono l’Etere come le onde elettromagnetiche di Maxwell! Perché, come sostiene Wilfred Bion: “Quando ci sono molti individui, ci sono anche molti pensieri senza pensatore e che si trovano, così, nell’aria, da qualche parte..”.

Visalli si presenta come un amante folle dell’opera di Piet Mondriaan, senza dubbio uno dei più grandi astrattisti puristi, che dà voce a pannelli di colore, incastonati in reticolati dalle linee finissime, rigorosamente tracciati ad angolo retto. All’interno delle loro maglie, secondo una particolare composizione musico-cronomatografica, gli inserti cromatici si configurano come bassorilievi monocorde, delimitati da sottili linee nere di separazione, ma avulsi e autonomi da queste ultime, perché il chiarore che emana sfugge, in realtà, come una radiazione violenta, dagli stessi telai che li imprigionano, e tra le loro corde risuonano delicate frasi color pastello, come fa il vento quando passa nelle rocce che cantano!

Così, estendendo anche nel minuto vissuto l’arte di Mondriaan, Visalli disegna e realizza per la propria casa (esattamente come, prima di lui, fece Giacomo Balla) mobili-scultura, che hanno come inserti maiolicati, nelle piccoli pareti di fondo, quadri in miniatura del grande artista olandese. E, poi, c’è la storia patetica e dolorosa di quel famoso “Cubo” (una grande scultura volumetrica e tridimensionale, in metallo colorato, ispirata ai quadri più famosi ed emozionanti di Mondriaan) “abbandonato”, in apparenza, da una mano anonima (la sua!), nel perimetro adiacente al Circo Massimo di Roma.

Perché, invero, tutta la vita artistica recente di Visalli ruota attorno al nucleo caldo, rovente, del suo progetto artistico “Inside Mondriaan”, e il Monolite - da lui stesso collocato nella cornice del Circo Massimo - rappresenta l’esposizione di un “simbolo” che, insieme al gesto di occupazione abusiva e atto dissacratorio (comunque senza alcuna conseguenza vandalica!), espone una protesta intensa, frutto di una passione civile smisurata. Infatti, “nessuno” si è accorto, per molto tempo, che quell’opera non era stata commissionata né autorizzata, per la relativa collocazione, da alcuna delle autorità preposte. Morale: assenza di controlli; gigantesco disinteresse per il patrimonio artistico; mancanza totale di un progetto culturale globale, che una città come Roma, culla mondiale dell’Arte e della Storia, meriterebbe.

Con la sua sfida a cielo aperto, Visalli ha esposto l’impossibilità per gli artisti validi, che non hanno chi li “sponsorizza” e che vengono dal basso, di poter dare evidenza a ciò che fanno. Tutte le porte sono chiuse, per loro! Non solo: quel monolite senza padre rappresenta il macigno inamovibile della “casta”, che fa il bello e il cattivo tempo e decide lei, per i suoi beceri interessi di mercato, chi e quando può essere osannato, chi ha successo e, per questo, diventa ricco e famoso! Ora, è bene spendere il resto delle parole per il Visalli pittore, davvero straordinario. Come in tutti gli artisti che si rispettano, la sua vita è ordinata per cicli. Quello iniziale, esprime una forte impronta cubista, con figure ed ensemble di figure ora nere, ora bianche, ora colorate, che hanno corpi a forme di stele e teste lamellari, quasi a voler significare l’insieme dei “folder” che compongono gli infiniti stati della mente, mentre gli alberi sono rovi intrecciati, privi di fogliame, con gli interni e gli esterni di mura ed edifici che hanno il gusto di concrezioni calcaree in rovina. La stessa arte paesaggistica risente della mano pesante dell’architetto di mestiere, teso ai volumi, piuttosto che all’effimero dei dettagli, in cui le aperture e le coperture sono buie, perché nei nostri edifici non entra più il sole della conoscenza, né filtra la chiarezza fluorescente delle Anime.

Poi, nelle fasi successive, c’è una stele simil-Inca, fatta di figure geometriche antropomorfe, che formano un pinnacolo variopinto, con scale cromatiche e oggetti impugnati, simili a frutti atipici di un albero di pietra, circondato da un prato fiorito allegro e ridente. Impressionante, poi, l’Autoritratto dell’artista, che ha sullo sfondo lo spettacolo dell’esplosione lontana di una supernova, con gli arti superiori del corpo innervati, come le pareti di una volta, da una struttura ad alveare, che alleggerisce il peso materico, per dare risalto, esclusivamente, alle linee di forza, che si scaricano lungo le sue dorsali. Così come impressionano, fino allo sconvolgimento figurativo, corpi nudi di donna, con corazze epidermiche simili, in parte, al tracciato di un alveare e, per il restante della superficie scoperta, a un gioco di puzzle, dove le matrici monocromatiche di colore si fanno più dense e scure, in prossimità delle parti più intime, con un occhio ironico che ammicca nel posteriore, e una rosa sbocciata, rosso scuro intenso, che simboleggia l’organo femminile. Entità sessuale, quest’ultima, che attrae e distrugge, allo stesso tempo, chi la guarda con un eccesso di morbosità. Il tutto, a volte, appoggiato su un fondo verde lussureggiante, come le Fonti del Clitunno, denso di forze cosmiche, che disegnano con volute chiuse, l’apparato del sogno.

In definitiva, l’intera opera di Visalli rappresenta un invito a riscoprire l’arcano dell’arte, nella sua essenza più pura.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:30